Giobbe 7:2-19 Versione Diodati Riveduta (RDV24)

2. Come lo schiavo anela l'ombra e come l'operaio aspetta il suo salario,

3. così a me toccan mesi di sciagura, e mi sono assegnate notti di dolore.

4. Non appena mi corico, dico: ‘Quando mi leverò?’ Ma la notte si prolunga, e mi sazio d'agitazioni infino all'alba.

5. La mia carne è coperta di vermi e di croste terrose, la mia pelle si richiude, poi riprende a suppurare.

6. I miei giorni sen vanno più veloci della spola, si consumano senza speranza.

7. Ricordati, che la mia vita e un soffio! L'occhio mio non vedrà più il bene.

8. Lo sguardo di chi ora mi vede non mi potrà più scorgere; gli occhi tuoi mi cercheranno, ma io non sarò più.

9. La nuvola svanisce e si dilegua; così chi scende nel soggiorno de' morti non ne risalirà;

10. non tornerà più nella sua casa, e il luogo ove stava non lo riconoscerà più.

11. Io, perciò, non terrò chiusa la bocca; nell'angoscia del mio spirito io parlerò, mi lamenterò nell'amarezza dell'anima mia.

12. Son io forse il mare o un mostro marino che tu ponga intorno a me una guardia?

13. Quando dico: ‘Il mio letto mi darà sollievo, il mio giaciglio allevierà la mia pena’,

14. tu mi sgomenti con sogni, e mi spaventi con visioni;

15. sicché l'anima mia preferisce soffocare, preferisce a queste ossa la morte.

16. Io mi vo struggendo; non vivrò sempre; deh, lasciami stare; i giorni miei non son che un soffio.

17. Che cosa è l'uomo che tu ne faccia tanto caso, che tu ponga mente ad esso,

18. e lo visiti ogni mattina e lo metta alla prova ad ogni istante?

19. Quando cesserai di tener lo sguardo fisso su me? Quando mi darai tempo d'inghiottir la mia saliva?

Giobbe 7