Giobbe 2:5-13 Versione Diodati Riveduta (RDV24)

5. ma stendi un po' la tua mano, toccagli le ossa e la carne, e vedrai se non ti rinnega in faccia’.

6. E l'Eterno disse a Satana: ‘Ebbene esso è in tuo potere; soltanto, rispetta la sua vita’.

7. E Satana si ritirò dalla presenza dell'Eterno e colpì Giobbe d'un'ulcera maligna dalla pianta de' piedi al sommo del capo; e Giobbe prese un coccio per grattarsi, e stava seduto nella cenere.

8. E sua moglie gli disse: ‘Ancora stai saldo nella tua integrità?

9. Ma lascia stare Iddio, e muori!’

10. E Giobbe a lei: ‘Tu parli da donna insensata! Abbiamo accettato il bene dalla mano di Dio, e rifiuteremmo d'accettare il male?’ — In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra.

11. Or tre amici di Giobbe, Elifaz di Teman, Bildad di Suach e Tsofar di Naama, avendo udito tutti questi mali che gli eran piombati addosso, partirono, ciascuno dal suo paese e si misero d'accordo per venire a condolersi con lui e a consolarlo.

12. E, levati gli occhi da lontano, essi non lo riconobbero, e alzarono la voce e piansero; si stracciarono i mantelli e si cosparsero il capo di polvere gittandola verso il cielo.

13. E rimasero seduti per terra, presso a lui, sette giorni e sette notti; e nessuno di loro gli disse verbo, perché vedevano che il suo dolore era molto grande.

Giobbe 2