2 Cronache 32:5-19 Versione Diodati Riveduta (RDV24)

5. Ezechia prese animo, ricostruì tutte le mura dov'erano rotte, rialzò le torri, costruì l'altro muro di fuori, fortificò Millo nella città di Davide, e fece fare gran quantità d'armi e di scudi.

6. Diede dei capi militari al popolo, li riunì presso di sé sulla piazza della porta della città, e parlò al loro cuore, dicendo:

7. ‘Siate forti, e fatevi animo! Non temete e non vi sgomentate a motivo del re d'Assiria e della gran gente che l'accompagna; giacché con noi è uno più grande di ciò ch'è con lui.

8. Con lui è un braccio di carne; con noi è l'Eterno, il nostro Dio, per aiutarci e combattere le nostre battaglie’. E il popolo fu rassicurato dalle parole di Ezechia, re di Giuda.

9. Dopo questo, Sennacherib, re d'Assiria, mentre stava di fronte a Lakis con tutte le sue forze, mandò i suoi servi a Gerusalemme per dire a Ezechia, re di Giuda, e a tutti que' di Giuda che si trovavano a Gerusalemme:

10. ‘Così parla Sennacherib, re degli Assiri: In chi confidate voi per rimanervene così assediati in Gerusalemme?

11. Ezechia non v'inganna egli per ridurvi a morir di fame e di sete, quando dice: — L'Eterno, il nostro Dio, ci libererà dalle mani del re d'Assiria! —

12. Non è egli lo stesso Ezechia che ha soppresso gli alti luoghi e gli altari dell'Eterno, e che ha detto a Giuda e a Gerusalemme: — Voi adorerete dinanzi a un unico altare e su quello offrirete profumi? —

13. Non sapete voi quello che io e i miei padri abbiam fatto a tutti i popoli degli altri paesi? Gli dèi delle nazioni di que' paesi hanno essi potuto liberare i loro paesi dalla mia mano?

14. Qual è fra tutti gli dèi di queste nazioni che i miei padri hanno sterminate, quello che abbia potuto liberare il suo popolo dalla mia mano? E potrebbe il vostro Dio liberar voi dalla mia mano?!

15. Or dunque Ezechia non v'inganni e non vi seduca in questa maniera; non gli prestate fede! Poiché nessun dio d'alcuna nazione o d'alcun regno ha potuto liberare il suo popolo dalla mia mano o dalla mano de' miei padri; quanto meno potrà l'Iddio vostro liberar voi dalla mia mano!’

16. I servi di Sennacherib parlarono ancora contro l'Eterno Iddio e contro il suo servo Ezechia.

17. Sennacherib scrisse pure delle lettere, insultando l'Eterno, l'Iddio d'Israele, e parlano contro di lui, in questi termini: ‘Come gli dèi delle nazioni degli altri paesi non han potuto liberare i loro popoli dalla mia mano, così neanche l'Iddio d'Ezechia potrà liberare dalla mia mano il popolo suo’.

18. I servi di Sennacherib gridarono ad alta voce, in lingua giudaica, rivolgendosi al popolo di Gerusalemme che stava sulle mura, per spaventarlo e atterrirlo, e potersi così impadronire della città.

19. E parlarono dell'Iddio di Gerusalemme come degli dèi dei popoli della terra, che sono opera di mano d'uomo.

2 Cronache 32