Atti 23:22-35 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (TILC)

22. Allora il comandante gli raccomandò:— Non raccontare a nessuno le cose che mi hai detto!Poi lo lasciò andare.

23. Il comandante fece chiamare due ufficiali e disse loro: «Tenete pronti per stasera alle nove duecento soldati, settanta cavalieri e duecento uomini armati di lance: dovranno andare fino a Cesarèa.

24. Preparate anche alcuni cavalli per trasportare Paolo: egli deve arrivare sano e salvo dal governatore Felice».

25. Poi scrisse anche una lettera che pressappoco diceva:

26. «Claudio Lisia saluta Sua Eccellenza il governatore Felice.

27. Quest’uomo che io ti mando, lo hanno arrestato gli Ebrei. Stavano per ammazzarlo, quando intervenni con le mie guardie. Venni a sapere che era cittadino romano e lo liberai.

28. Volendo sapere perché gli Ebrei lo accusavano lo condussi davanti al loro tribunale.

29. Ho potuto stabilire che contro quest’uomo non c’erano accuse degne di morte o di prigione: si trattava solo di questioni che riguardano la loro *Legge.

30. Tuttavia sono venuto a sapere che gli Ebrei stavano preparando una congiura contro di lui: perciò te l’ho mandato subito. Nello stesso tempo faccio sapere a quelli che lo accusano che devono rivolgersi a te».

31. Con questi ordini, i soldati presero Paolo e lo condussero di notte fino alla città di Antipàtride.

32. Il giorno dopo lasciarono partire con lui soltanto i cavalieri. Gli altri tornarono alla fortezza.

33. I cavalieri arrivarono a Cesarèa, consegnarono la lettera al governatore e gli presentarono anche Paolo.

34. Il governatore lesse la lettera e domandò a Paolo in quale provincia era nato. Paolo gli rispose:— Sono originario della Cilicia.

35. Allora Felice disse:— Ti ascolterò quando saranno qui anche quelli che ti accusano.Poi comandò di rinchiudere Paolo nel palazzo di Erode.

Atti 23