2-3. A Maon abitava un ricco, proprietario di tremila pecore e mille capre: si chiamava Nabal ed era discendente di ∆Caleb. Sua moglie si chiamava Abigàil ed era una donna bella d’aspetto e di buon senso, mentre Nabal era un uomo duro e cattivo. I suoi possedimenti erano a Carmel, ed egli si trovava là per la ∆tosatura delle pecore.
18. Abigàil prese in fretta duecento pagnotte, due otri di vino, cinque pecore pronte da cucinare, cinque misure di grano tostato, cento grappoli di uva passa e duecento schiacciate di fichi secchi. Caricò tutto su alcuni asini
19. e ordinò ai servi: «Voi andate avanti e io vi seguirò». A suo marito non disse niente.
20. Lei, in groppa al suo asino, scendeva per il fianco della collina e, a un certo punto, si trovò di fronte Davide e i suoi uomini che venivano avanti.
21. Davide stava dicendo: «Nel deserto, ho custodito per niente la roba di quell’individuo: non ha avuto nessun danno alle sue proprietà e ora mi rende male per bene.
22. Che Dio mi punisca mille volte se lascerò in vita fino a domattina un solo maschio della sua famiglia».
23. Appena vide Davide, Abigàil smontò in fretta dall’asino e si inchinò davanti a lui con la faccia a terra.
24. Si buttò ai suoi piedi e disse:— La colpa è mia! Lascia che ti parli chiaramente, o mio signore, e abbi la bontà di ascoltarmi.
25. Non far caso, o mio signore, al comportamento di quel poco di buono. È proprio come il suo nome: si chiama Nabal (Stupido) ed è davvero uno stupido. È colpa mia se io, la tua serva, non ho visto gli uomini che avevi mandato.