2. Iefte rispose:— Io e il mio popolo abbiamo avuto forti contrasti con gli Ammoniti. Io vi ho chiamati in aiuto, ma voi non siete venuti a sostenermi.
3. Quando ho visto che non potevo contare su di voi, sono andato a combattere gli Ammoniti a rischio della mia propria vita. Il Signore me li ha fatti vincere. Dunque, che motivo avete adesso di prendere le armi contro di me?
4. Poi Iefte radunò tutti i suoi soldati di Gàlaad, e attaccò quelli di Èfraim e li sconfisse, perché costoro avevano detto: «Voi di Gàlaad siete scappati via da noi, e ora ve ne state tra il nostro territorio e quello di Manasse».
5. Gli uomini di Gàlaad, per impedire agli Efraimiti di fuggire, tennero sotto controllo i posti dove si poteva attraversare il Giordano. Qualcuno cercava di scappare e chiedeva di poter passare il fiume. Allora gli uomini di Gàlaad gli domandavano se era Efraimita. Se egli rispondeva di no,
6. gli dicevano: «Pronunzia la parola “scibbolet”». Quello rispondeva «sibbolet» perché non era capace di pronunziare correttamente quella parola. Allora lo prendevano e lo uccidevano lì, sulla riva del Giordano. Quel giorno furono uccisi quarantaduemila uomini della tribù di Èfraim.