3. di avere pietà della città che andava in rovina e stava per essere rasa al suolo. Gli chiedevano anche di vendicare il sangue dei martiri che gridava verso di lui;
4. di ricordarsi dei bambini innocenti, che erano stati ingiustamente massacrati, e di punire tutti quelli che avevano bestemmiato contro di lui.
5. Giuda Maccabeo organizzò quel gruppo di uomini, e i pagani non poterono resistergli. Infatti Dio, che prima era sdegnato con loro, ora si mostrava benevolo.
6. Giuda piombava improvvisamente su città e villaggi e li incendiava. Occupava le posizioni migliori e spesso metteva in fuga moltissimi nemici.
7. Per queste razzie, egli preferiva la notte. Intanto la fama della sua bravura si diffondeva dappertutto.
8. Filippo si accorse che Giuda a poco a poco migliorava le sue posizioni, e i suoi successi si facevano sempre più frequenti. Allora scrisse a Tolomeo, governatore delle regioni della Celesiria e della Fenicia, e gli chiese di intervenire per difendere gli interessi del re.
9. Tolomeo scelse immediatamente Nicànore, figlio di Pàtroclo, uno degli amici più intimi del re, e lo inviò, alla testa di un esercito di almeno ventimila soldati di varie nazioni, con l’ordine di sterminare la razza ebraica. Mandò con lui anche Gorgia, un comandante di professione, molto esperto in strategia militare.
21-22. Con queste parole riuscì a infondere tanto coraggio ai suoi soldati, che essi erano ormai pronti anche a morire per la legge di Dio e per la patria. Allora egli divise l’esercito in quattro corpi di millecinquecento uomini ciascuno. Al comando di ciascun corpo c’erano, oltre a lui, i suoi fratelli Simone, Giuseppe e Giònata.
23. Poi incaricò Eleàzaro di leggere il libro santo. Dopo aver data la parola d’ordine «È Dio che ci aiuta!», Giuda, alla testa del primo reparto dell’esercito, attaccò Nicànore.
24. Dio, con la sua onnipotenza, combatté al loro fianco. Così Giuda e i suoi uomini uccisero più di novemila nemici. Ferirono e mutilarono molti dei soldati di Nicànore e costrinsero tutti gli altri a fuggire.
25. Riuscirono anche a mettere le mani sul denaro dei mercanti, che erano venuti a comprarli come schiavi. Inseguirono i nemici in fuga per un bel pezzo di strada; ma poi tornarono indietro, perché si era fatto tardi
26. ed era la vigilia del sabato. Perciò non continuarono l’inseguimento,
27. ma si limitarono a raccogliere le armi e i bagagli dei nemici. Poi passarono il sabato benedicendo più che mai il Signore. Lo lodarono perché in quell’occasione aveva fatto scendere su di loro, come rugiada, le prime gocce della sua misericordia.
28. L’indomani distribuirono una parte del bottino alle vittime della persecuzione, alle vedove e agli orfani. Il resto lo divisero tra loro stessi e i propri figli.
29. Infine, si misero a pregare tutti insieme. Chiesero al Signore di avere misericordia e di trattare con bontà i suoi servi.
30. Giuda e i suoi uomini attaccarono anche i soldati di Timòteo e di Bàcchide e ne uccisero più di ventimila. Si impadronirono di alcune fortezze situate sulle alture. Divisero il grosso bottino in parti uguali: per sé, per i perseguitati, per gli orfani e le vedove, senza dimenticare gli anziani.