5. Onia andò dal re, non per accusare i cittadini, ma per difendere il bene pubblico e privato di tutto il popolo.
6. Onia infatti era convinto che senza l’intervento del re non si poteva più mettere pace nella vita della nazione, e Simone non avrebbe messo limiti alla sua follia.
7. Intanto Seleuco morì e Antioco, detto anche Epifane, divenne re al suo posto. ∆Giasone, fratello di Onia, ottenne con sistemi corrotti la carica di sommo sacerdote:
8. andò a trovare il re e gli promise più di centoventi quintali d’argento e altri ventisette provenienti da altre entrate.
9. Egli promise in aggiunta cinquanta quintali d’argento se avesse ottenuto il permesso di fondare, di sua autorità, una palestra e una ∆scuola per i giovani, e di ∆dare la cittadinanza antiochena agli abitanti di Gerusalemme.
10. Il re fu d’accordo e Giasone, preso il potere, impose subito alla nazione il modo di vivere dei Greci.
11. Negli anni precedenti, i re avevano benignamente fatto delle concessioni agli Ebrei: per loro aveva interceduto Giovanni, padre di quell’Eupòlemo che era andato a Roma per concludere un patto di amicizia e di alleanza con i Romani. Ora invece Giasone ∆abolì quei privilegi, distrusse le legittime istituzioni e introdusse consuetudini contrarie alla legge di Mosè.
12. Giasone si affrettò a fondare una palestra proprio sotto la fortezza, e obbligò i giovani più vigorosi a frequentarla.
13. L’influenza greca cominciò quindi a farsi sentire. Gerusalemme fu totalmente invasa dalla moda straniera a causa dell’arroganza dell’empio Giasone, che non si comportava affatto come sommo sacerdote.
14. I sacerdoti non curavano più la liturgia, anzi disprezzavano il tempio, trascuravano i sacrifici e, al primo segnale dato col disco nella palestra, partecipavano con ardore ai giochi proibiti dalla legge di Dio.