Vangelo Secondo Marco 12:13-23 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

13. Gli mandarono alcuni farisei ed erodiani per coglierlo in fallo nel parlare.

14. Arrivati, gli dissero: «Maestro, noi sappiamo che tu sei sincero e che non hai riguardi per nessuno, perché non badi all’apparenza delle persone, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare? Dobbiamo pagare o non dobbiamo pagare?»

15. Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché mi tentate? Portatemi un denaro, ché io lo veda».

16. Essi glielo portarono ed egli disse loro: «Di chi è questa effigie e questa iscrizione?» Essi gli dissero: «Di Cesare».

17. Allora Gesù disse loro: «Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio». Ed essi rimasero completamente meravigliati di lui.

18. Poi vennero a lui dei sadducei, i quali dicono che non vi è risurrezione, e gli domandarono:

19. «Maestro, Mosè ci lasciò scritto che se il fratello di uno muore e lascia la moglie senza figli, il fratello ne prenda la moglie e dia una discendenza a suo fratello.

20. C’erano sette fratelli. Il primo prese moglie; morì e non lasciò discendenti.

21. Il secondo la prese e morì senza lasciare discendenti. Così il terzo.

22. I sette non lasciarono discendenti. Infine, dopo tutti loro, morì anche la donna.

23. Nella risurrezione, {quando saranno risuscitati,} di chi di loro sarà ella moglie? Perché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».

Vangelo Secondo Marco 12