Lettera ai Romani 9:3-11 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

3. perché io stesso vorrei essere anatema, separato da Cristo, per amore dei miei fratelli, miei parenti secondo la carne,

4. cioè gli Israeliti, ai quali appartengono l’adozione, la gloria, i patti, la legislazione, il servizio sacro e le promesse;

5. ai quali appartengono i padri e dai quali proviene, secondo la carne, il Cristo, che è sopra tutte le cose Dio benedetto in eterno. Amen!

6. Però non è che la parola di Dio sia caduta a terra; infatti non tutti i discendenti d’Israele sono Israele,

7. né, per il fatto di essere stirpe di Abraamo, sono tutti figli di Abraamo; anzi: «È in Isacco che ti sarà riconosciuta una discendenza».

8. Cioè, non i figli della carne sono figli di Dio; ma i figli della promessa sono considerati come discendenza.

9. Infatti questa è la parola della promessa: «In questo tempo verrò, e Sara avrà un figlio».

10. Ma c’è di più! Anche a Rebecca avvenne la medesima cosa quando ebbe concepito figli da un solo uomo, da Isacco nostro padre;

11. poiché, prima che i gemelli fossero nati e che avessero fatto del bene o del male (affinché rimanesse fermo il proponimento di Dio, secondo elezione,

Lettera ai Romani 9