Genesi 31:39-48 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

39. Io non ti ho mai portato una bestia sbranata; ne ho subìto il danno io; tu mi chiedevi conto di quello che era stato rubato di giorno o rubato di notte.

40. Di giorno mi consumava il caldo; di notte, il gelo; il sonno fuggiva dagli occhi miei.

41. Ecco vent’anni che sono in casa tua; ti ho servito quattordici anni per le tue due figlie e sei anni per le tue pecore, e tu hai modificato il mio salario dieci volte.

42. Se il Dio di mio padre, il Dio di Abraamo e il Terrore d’Isacco non fosse stato con me, ora tu mi avresti certo rimandato a mani vuote. Dio ha visto la mia afflizione e la fatica delle mie mani e la notte scorsa ha pronunciato la sua sentenza».

43. Labano rispose a Giacobbe dicendo: «Queste figlie sono mie figlie, questi figli sono miei figli, queste pecore sono pecore mie e tutto quel che vedi è mio. E che posso fare io oggi a queste mie figlie o ai figli che esse hanno partorito?

44. Or dunque vieni, facciamo un patto fra me e te ed esso serva di testimonianza fra me e te».

45. Giacobbe prese una pietra e la eresse come pietra commemorativa.

46. Giacobbe disse ai suoi fratelli: «Raccogliete delle pietre». Essi presero delle pietre, ne fecero un mucchio e presso il mucchio mangiarono.

47. Labano chiamò quel mucchio Iegar-Saaduta e Giacobbe lo chiamò Galed.

48. Labano disse: «Questo mucchio è oggi testimone fra me e te». Perciò fu chiamato Galed

Genesi 31