Secondo Libro di Samuele 12:20-29 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

20. Allora Davide si alzò da terra, si lavò, si unse e si cambiò le vesti; poi andò nella casa del Signore e vi si prostrò; tornato a casa sua, chiese che gli portassero da mangiare e mangiò.

21. I suoi servitori gli dissero: «Che cosa fai? Quando il bambino era ancora vivo digiunavi e piangevi; ora che è morto, ti alzi e mangi!»

22. Egli rispose: «Quando il bambino era ancora vivo, digiunavo e piangevo, perché dicevo: Chissà che il Signore non abbia pietà di me e il bambino non resti in vita? Ma ora che è morto, perché dovrei digiunare?

23. Posso forse farlo ritornare? Io andrò da lui, ma egli non ritornerà da me!»

24. Poi Davide consolò *Bat-Sceba sua moglie, entrò da lei e si uní a lei; lei partorí un figlio che chiamò *Salomone.

25. Il Signore amò Salomone e mandò il *profeta Natan che lo chiamò Iedidia, a motivo dell'amore che il Signore gli portava.

26. *Ioab assediò Rabba dei figli di Ammon, s'impadroní della città reale

27. e inviò dei messaggeri a Davide per dirgli: «Ho assalito Rabba e mi sono già impossessato della città delle acque.

28. Raduna il rimanente del popolo, accampati contro la città, e prendila, perché altrimenti, se la conquisto io, porterà il mio nome».

29. Davide radunò tutto il popolo, si mosse verso Rabba, l'assalí, la prese;

Secondo Libro di Samuele 12