Seconda Lettera ai Corinzi 12:4-8 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

4. fu rapito in *paradiso, e udí parole ineffabili che non è lecito all'uomo di pronunziare.

5. Di quel tale mi vanterò; ma di me stesso non mi vanterò se non delle mie debolezze.

6. Pur se volessi vantarmi, non sarei un pazzo, perché direi la verità; ma me ne astengo, perché nessuno mi stimi oltre quello che mi vede essere, o sente da me.

7. E perché io non avessi a insuperbire per l'eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca.

8. Tre volte ho pregato il Signore perché l'allontanasse da me;

Seconda Lettera ai Corinzi 12