Giudici 11:26-35 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

26. Sono trecento anni che Israele abita a Chesbon e nelle città del suo territorio, ad Aroer e nelle città del suo territorio e in tutte le città lungo l'Arnon; perché non gliele avete tolte durante questo tempo?

27. Io non ti ho offeso. Tu agisci male verso di me, movendomi guerra. Il Signore, il giudice, giudichi oggi tra i figli d'Israele e i figli di Ammon!»

28. Ma il re degli Ammoniti non diede ascolto alle parole che Iefte gli aveva mandato a dire.

29. Allora lo Spirito del Signore venne su Iefte, che attraversò Galaad e *Manasse, passò a Mispa di Galaad e da Mispa di Galaad mosse contro i figli di Ammon.

30. Iefte fece un voto al Signore e disse: «Se tu mi dai nelle mani i figli di Ammon,

31. chiunque uscirà dalla porta di casa mia per venirmi incontro, quando tornerò vincitore sugli Ammoniti, sarà del Signore e io l'offrirò in olocausto».

32. Iefte marciò contro i figli di Ammon per fare loro guerra e il Signore glieli diede nelle mani.

33. Egli li sconfisse da Aroer fino a Minnit, devastando venti città, e fino ad Abel-Cheramin; fu una grandissima sconfitta per i figli di Ammon che furono umiliati davanti ai figli d'Israele.

34. Iefte tornò a Mispa, a casa sua; ed ecco uscirgli incontro sua figlia, con timpani e danze. Era l'unica sua figlia; non aveva altri figli né altre figlie.

35. Come la vide, si stracciò le vesti e disse: «Ah, figlia mia! tu mi riempi d'angoscia! tu sei fra quelli che mi fanno soffrire! Io ho fatto una promessa al Signore e non posso revocarla».

Giudici 11