Giobbe 31:28-36 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

28. (misfatto anche questo punito dai giudici, perché avrei difatti rinnegato il Dio che sta lassú),

29. se mi sono rallegrato della sciagura del mio nemico e ho esultato quando gli è piombata la sventura

30. (io che non ho permesso alle mie labbra di peccare chiedendo la sua morte con imprecazione),

31. se la gente della mia tenda non ha detto: “Chi è che non si sia saziato della carne delle sue bestie?”

32. (Lo straniero non passava la notte fuori; le mie porte erano aperte al viandante),

33. se, come fanno gli uomini, ho coperto i miei errori celando nel petto la mia *iniquità,

34. perché avevo paura della folla e del disprezzo delle famiglie, al punto da starmene tranquillo e non uscir di casa…

35. Oh, avessi pure chi m'ascoltasse! Ecco qua la mia firma! L'Onnipotente mi risponda! Scriva l'avversario mio la sua querela

36. e io la porterò attaccata alla mia spalla, me la cingerò come un diadema.

Giobbe 31