Giobbe 24:8-22 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

8. Bagnati dagli acquazzoni di montagna, per mancanza di rifugi, si stringono alle rocce.

9. Ce n'è di quelli che strappano dalla mammella l'orfano, che prendono pegni dai poveri!

10. E questi se ne vanno, nudi, senza vestiti; hanno fame, e portano i covoni.

11. Fanno l'olio nel recinto dell'empio; calcano l'uva nel *tino e patiscono la sete.

12. Sale dalle città il gemito dei moribondi; i feriti implorano aiuto, e Dio non si cura di queste infamie!

13. Ce ne sono di quelli che si ribellano alla luce, non ne conoscono le vie, non ne battono i sentieri.

14. L'assassino si alza sul far del giorno; ammazza il misero e il povero; e la notte fa il ladro.

15. L'occhio dell'adultero spia il crepuscolo, dicendo: “Nessuno mi vedrà!” e si copre con un fazzoletto il volto.

16. I ladri, di notte, sfondano le case; di giorno, si tengono rinchiusi; non conoscono la luce.

17. Il mattino è per essi come ombra di morte; appena lo scorgono provano i terrori del buio.

18. Voi dite: “L'empio è un fuscello sulla faccia delle acque; la sua parte sulla terra è maledetta; non prenderà piú la via delle vigne”.

19. Come la siccità e il calore assorbono le acque della neve, cosí il *soggiorno dei morti inghiotte chi ha peccato.

20. Il grembo che lo portò, lo dimentica; i vermi ne fanno il loro pasto delizioso, nessuno piú lo ricorda. L'iniquo sarà troncato come un albero:

21. egli che divorava la sterile, priva di figli, e non faceva del bene alla vedova!

22. Invece, Dio con la sua forza prolunga i giorni dei prepotenti, i quali risorgono, quand'ormai disperavano della vita.

Giobbe 24