Atti degli Apostoli 27:26-38 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

26. Dovremo però essere gettati sopra un'isola».

27. E la quattordicesima notte da che eravamo portati qua e là per l'Adriatico, verso la mezzanotte, i marinai sospettavano di essere vicini a terra;

28. e, calato lo scandaglio, trovarono venti *braccia; poi, passati un po' oltre e scandagliato di nuovo, trovarono quindici braccia.

29. Temendo allora di urtare contro gli scogli, gettarono da poppa quattro àncore, aspettando con ansia che si facesse giorno.

30. Ma siccome i marinai cercavano di fuggire dalla nave, e già stavano calando la scialuppa in mare con il pretesto di voler gettare le àncore da prua,

31. Paolo disse al centurione e ai soldati: «Se costoro non rimangono sulla nave, voi non potete scampare».

32. Allora i soldati tagliarono le funi della scialuppa, e la lasciarono cadere.

33. Finché non si fece giorno, Paolo esortava tutti a prendere cibo, dicendo: «Oggi sono quattordici giorni che state aspettando, sempre digiuni, senza prendere nulla.

34. Perciò, vi esorto a prendere cibo, perché questo contribuirà alla vostra salvezza; e neppure un capello del vostro capo perirà».

35. Detto questo, prese del pane e rese grazie a Dio in presenza di tutti; poi lo spezzò e cominciò a mangiare.

36. E tutti, incoraggiati, presero anch'essi del cibo.

37. Sulla nave eravamo duecentosettantasei persone in tutto.

38. E, dopo essersi saziati, alleggerirono la nave, gettando il frumento in mare.

Atti degli Apostoli 27