Marco 9:24-37 La Parola è Vita (PEV)

24. Subito il padre rispose: «Io ho fede, tu aiutami ad averne di più!»

25. Quando Gesù vide che la folla aumentava, sgridò il demonio, dicendogli: «O demonio sordo e muto, ti ordino di uscire da questo ragazzo e di non tornare mai più!»

26. Allora il demonio cacciò un urlo agghiacciante e di nuovo mise il ragazzo in convulsioni, poi, finalmente, lo lasciò. Il ragazzo rimase a terra afflosciato, immobile, apparentemente senza vita. Un mormorio corse tra la folla: «È morto!»

27. Ma Gesù prese il ragazzo per la mano e lo aiutò a rialzarsi in piedi: era guarito!

28. Più tardi, quando Gesù rimase solo in casa con i discepoli, essi chiesero: «Perché non siamo riusciti a cacciare quel demonio?»

29. Gesù rispose: «Casi di questo genere richiedono molte preghiere».

30-31. Lasciata quella regione, viaggiarono attraverso la Galilea, dove Gesù cercava di mantenere lʼincognito per poter passare più tempo ad insegnare ai discepoli. «Io, il Messia, sto per essere tradito e ucciso, ma dopo tre giorni risusciterò dai morti!» diceva loro.

32. Ma i discepoli continuavano a non capire e non avevano il coraggio di chiedergli spiegazioni.

33. E così arrivarono a Cafarnao. Quando furono sistemati nella casa dove dovevano soggiornare, Gesù chiese loro: «Di che cosa parlavate per strada?»

34. Ma i discepoli si vergognavano di rispondere, perché stavano discutendo per sapere chi di loro fosse il più grande.

35. Allora Gesù si sedette, li riunì tutti e dodici intorno a sé e disse loro: «Chi vuole essere il più grande deve essere lʼultimo, il servo di tutti!»

36. Poi mise fra loro un bimbetto di pochi anni e, prendendolo in braccio, aggiunse:

37. «Chi accoglierà nel mio nome un piccino come questo, accoglierà me. E chi accoglie me, accoglie mio Padre che mi ha mandato».

Marco 9