Giobbe 5:5-16 Giovanni Diodati Bibbia 1649 (IGD)

5. L’affamato divora la ricolta di esso, E la rapisce di mezzo le spine; E i ladroni trangugiano le sue facoltà.

6. Perciocchè la sventura non ispunta dalla polvere, E il dolore non germoglia dalla terra;

7. Benchè l’uomo nasca per soffrire, Come le faville delle brace per volare in alto.

8. Ma quant’è a me, io ricercherei pure Iddio, Ed addirizzerei il mio ragionamento a Dio;

9. Il quale fa cose sì grandi, che non si posson investigare; E tante cose maravigliose, che non si possono annoverare;

10. Che manda la pioggia in su la terra, E le acque in su le campagne;

11. Che innalza i bassi, E fa che quelli ch’erano in duolo sono esaltati per salvazione;

12. Che disperde i pensieri degli astuti, E fa che le lor mani non possono far nulla di bene ordinato.

13. Egli soprapprende i savi nella loro astuzia, E fa che il consiglio de’ perversi va in ruina.

14. Di giorno scontrano tenebre, E in pien mezzodì vanno a tentone come di notte.

15. Ma egli salva il bisognoso dalla spada, Dalla gola loro, e dalla mano del possente.

16. E vi è qualche speranza per lo misero; Ma l’iniquità ha la bocca turata.

Giobbe 5