Giobbe 30:3-18 Giovanni Diodati Bibbia 1649 (IGD)

3. Di bisogno e di fame, Vivevano in disparte, e solitari; Fuggivano in luoghi aridi, tenebrosi, desolati, e deserti.

4. Coglievano la malva presso agli arboscelli, E le radici de’ ginepri, per iscaldarsi.

5. Erano scacciati d’infra la gente; Ei si gridava dietro a loro, come dietro ad un ladro.

6. Dimoravano ne’ dirupi delle valli, Nelle grotte della terra e delle rocce.

7. Ruggivano fra gli arboscelli; Si adunavano sotto a’ cardi.

8. Erano gente da nulla, senza nome, Scacciata dal paese.

9. Ed ora io son la lor canzone, E il soggetto de’ lor ragionamenti.

10. Essi mi abbominano, si allontanano da me, E non si rattengono di sputarmi nel viso.

11. Perciocchè Iddio ha sciolto il mio legame, e mi ha afflitto; Laonde essi hanno scosso il freno, per non riverir più la mia faccia.

12. I giovanetti si levano contro a me dalla man destra, mi spingono i piedi, E si appianano le vie contro a me, per traboccarmi in ruina;

13. Hanno tagliato il mio cammino, si avanzano alla mia perdizione, Niuno li aiuta;

14. Sono entrati come per una larga rottura, Si sono rotolati sotto le ruine.

15. Spaventi si son volti contro a me, Perseguitano l’anima mia come il vento; E la mia salvezza è passata via come una nuvola.

16. Ed ora l’anima mia si versa sopra me, I giorni dell’afflizione mi hanno aggiunto.

17. Di notte egli mi trafigge l’ossa addosso; E le mie arterie non hanno alcuna posa.

18. La mia vesta è tutta cangiata, per la quantità della marcia delle piaghe, E mi stringe come la scollatura del mio saio.

Giobbe 30