Giobbe 15:21-35 Giovanni Diodati Bibbia 1649 (IGD)

21. Egli ha negli orecchi un romor di spaventi; In tempo di pace il guastatore gli sopraggiunge.

22. Egli non si fida punto di potere uscir delle tenebre; Egli sta sempre in guato, aspettando la spada.

23. Egli va tapinando per cercar dove sia del pane; Egli sa che ha in mano tutto presto il giorno delle tenebre.

24. Angoscia e tribolazione lo spaventano; Lo sopraffanno come un re apparecchiato alla battaglia.

25. Perciocchè egli ha distesa la sua mano contro a Dio, E si è rinforzato contro all’Onnipotente;

26. E gli è corso col collo fermo, Co’ suoi spessi e rilevati scudi;

27. Perciocchè egli ha coperto il suo viso di grasso, Ed ha fatte delle pieghe sopra i suoi fianchi;

28. Ed è abitato in città desolate, in case disabitate, Ch’erano preste ad esser ridotte in monti di ruine.

29. Egli non arricchirà, e le sue facoltà non saranno stabili, E il suo colmo non si spanderà nella terra.

30. Egli non si dipartirà giammai dalle tenebre, La fiamma seccherà i suoi rampolli, Ed egli sarà portato via dal soffio della bocca di Dio.

31. Non confidisi già nella vanità, dalla quale è sedotto; Perciocchè egli muterà stato, e sarà ridotto al niente.

32. Questo mutamento si compierà fuor del suo tempo, E i suoi rami non verdeggeranno.

33. Il suo agresto sarà rapito come quel d’una vigna, E le sue gemme saranno sbattute come quelle di un ulivo.

34. Perciocchè la raunanza de’ profani sarà deserta, E il fuoco divorerà i tabernacoli di quelli che prendon presenti;

35. I quali concepiscono perversità, e partoriscono iniquità, E il cui ventre macchina fraude.

Giobbe 15